dal 27 ottobre al 27 novembre 2007

 

F.A.S.T.

Forme Artistiche Super Temporali

Provocati dall’ingerenza che la “festa” del cinema di Roma impone alla città, con tutti gli aspetti positivi e negativi, un gruppo di cittadini che si occupa di, o che pratica arte, decide di riunirsi per confrontarsi su, ed affrontare questo nuovo quotidiano. Roma, il cinema. Qualcosa di molto fermo, eterno, e qualcosa di molto mosso, dinamico. Una grossa ed immane scultura, un’immagine fissa; una serie di foto e visioni in sequenza.
Quindi viene creato F.A.S.T., una sorta di collettivo fatto di persone che usano il linguaggio dell’arte per esternare le proprie riflessioni sullo scorrere delle immagini nel tempo, sui cambiamenti di stato e di luogo, o più semplicemente per confrontarsi con forme e modi propri dell’arte cinematografica. Cercando di avvicinare tempi diametralmente opposti tende creare dimensioni al di fuori del tempo. F.A.S.T. è un progetto aperto. Una sorta di sperimentazione dove uno spazio viene messo a disposizione ad artisti che hanno la possibilità di intervenirvi relazionandosi con suoi eventuali cambiamenti, compatibilmente con una linea di ricerca comune. Nella sua prima edizione, agganciata temporalmente alla coda di questa “festa”, intervengono due artisti romani: Isabella Nurigiani scultrice, che interagisce con lo spazio creando forme immanenti che prendono ritmi che rimandano il pensiero a situazioni di moto; e Stefano Iraci con un documentario psichedelico autobiografico: 18 minuti in un frullatore di suoni che condizionano la materia digitale generando macchie, scie luminose, assolutamente estranianti, super veloci, che acquistano un ritmo scandito dal susseguirsi, sovrapporsi, fondersi dei suoni captati in una sala giochi di Tokyo.

MOTU PROPRIO di Isabella Nurigiani
Una sfera di metallo si scaglia contro una lastra di ferro.
Alle spalle della sfera, il movimento tracciato da questa in duplice funzione di linea di movimento e di linea strutturale. Poco importa il punto dal quale viene scagliata la sfera, ma indagine specifica è il momento esatto dell’impatto.
Congelato, l’impatto crea nella sfoglia di metallo un movimento di luci ed ombre, irrompendo nella calma piatta di lastra e facendola divenire corpo tridimensionale.
Silenziosamente, la sfera impatta la superficie e crea altro.
Sfera e lastra, artefice ed arte creata, doppio simbolico di riflessione sulla creazione artistica stessa.
Le opere di Isabella Nurigiani riescono a congelare il movimento come solo la fotografia riesce meglio, astraendo le forme in linee e curve che mantengono in nuce, nella loro calma silenziosa, la forza propulsiva del movimento stesso.
Il momento dell’impatto è un momento esatto, in cui la lastra è ancora tale ma in divenire qualcosa di altro, come dire, regge la botta e mantiene la sua essenza, adagiando però la superficie della sfera alla propria, abbozzo dunque di nuova sfera.

Alle spalle dell’istallazione “MOTU PROPRIO” di Isabella Nurigiani, il video di Stefano Iraci “TRIBALE STRADALE” ne fa da contrappunto, col suo continuo ed incessante scorrere di immagini (luci e colori) che non si fanno riconoscere, ma che creano e amplificano quel senso di movimento che nell’opera della Nurigiani è fermato.